Acer denuncia il proprio ex CEO Gianfranco Lanci
Alla base una presunta violazione degli accordi di non concorrenza stipulati tra le due parti, ora che Lanci riveste un ruolo attivo in Lenovo in Europa, Medio Oriente e nord Africa
di Paolo Corsini pubblicata il 07 Febbraio 2012, alle 15:38 nel canale MercatoAcerLenovo
Stando alle informazioni pubblicate da Financial Times, Acer avrebbe sporto denuncia in Italia contro Gianfranco Lanci, sui precedente CEO, per violazione di un accordo di non concorrenza stipulato tra le due parti.
Lanci, stando a quanto dichiarato da Acer, avrebbe siglato un patto di non concorrenza della durata di 1 anno: nei primi 12 mesi dopo aver perso la posizione di CEO a Lanci, alla luce dell'accordo siglato, sarebbe stato impedito di poter lavorare con aziende concorrenti di Acer.
Indicativamente dallo scorso mese di Settembre Lanci ha iniziato una collaborazione con Lenovo nella forma di consulente, perfezionata in seguito a inizio 2012 con la nomina a capo di Europa, Medio Oriente e Nord Africa per l'azienda cinese. La notizia di quella nomina non era giunta inaspettata e la tempistica aveva lasciato immaginare che un eventuale accordo di non concorrenza concluso tra Lanci e Acer avesse quale termine la fine del 2011.
Gianfranco Lanci ha rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di CEO di Acer alla fine del mese di Marzo 2011, a seguito di un conflitto con i membri del consiglio di amministrazione sulle future strategie dell'azienda. In seguito Lanci ha meglio chiarito quali fossero queste divergenze: l'ex CEO aveva da tempo portato all'attenzione del consiglio di amministrazione i cambiamenti in atto nel mondo tecnologico, con il boom di smartphone e tablet, e di conseguenza come l'azienda avrebbe dovuto adattarsi.
Gli investimenti di Acer avrebbero dovuto spostarsi anche su altri aspetti di ricerca e sviluppo, sia a livello di integrazione che di software, prendendo in considerazione anche altre piattaforme oltre a quella PC tradizionale. Per fare ciò l'Acer del futuro, secondo Lanci, avrebbe dovuto diventare più "globale", cercando risorse, cervelli e nuove idee anche al di fuori di Taiwan, dove attualmente si prosegue con il classico schema Intel-Microsoft e sulla ricerca dei prezzi più bassi per la fornitura dei componenti.
Alla base dei ritardi e degli insuccessi in campo tablet e smartphone si sarebbe quindi una sorta di reticenza da parte del consiglio di amministrazione a pendere in considerazione una via diversa da quella classica, complice la paura di "de-taiwanizzare" troppo l'azienda, un fattore chiave nelle discussioni e alla base delle dimissioni di Lanci.
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