I risultati del Q1 2013 di Intel spiegano il difficile mercato dei PC
Intel chiude i primi 3 mesi del 2013 con un fatturato in calo rispetto ai trimestri precedenti, ma ancora capace di un utile netto di 2 miliardi di dollari. L'andamento economico dell'azienda è speculare a quello del mercato dei PC, con una domanda consumer in forte contrazione
di Paolo Corsini pubblicata il 17 Aprile 2013, alle 08:31 nel canale MercatoIntel
Un chiaro indicatore del momento di difficoltà del settore dei PC nel complesso viene dai risultati finanziari registrati da Intel nel corso dei primi 3 mesi del 2013. L'azienda americana ha infatti totalizzato vendite per 12,6 miliardi di dollari, in calo sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sia con riferimento agli ultimi 3 mesi del 2012.
Il risultato finale è in ogni caso positivo, con un utile netto pari a 2 miliardi di dollari, ma nel confronto con i trimestri precedenti è evidente la contrazione di questo indicatore. Un anno fa il risultato in termini di utile netto era stato pari a 2,7 miliardi di dollari, con un valore di 2,5 miliardi di dollari per il quarto trimestre 2012.
Analizzando in dettaglio l'andamento delle divisioni interne di Intel segnaliamo come il PC Client Group abbia registrato una contrazione del fatturato pari al 6%; per quello Other Intel Architecture Group la diminuzione ha raggiunto il 9%. In controtendenza le vendite della divisione Data Center Group, con un +7,5% rispetto a quanto registrato nel primo trimestre 2012.
Questi dati confermano come le difficoltà del settore dei PC siano legate agli acquisti da parte dei clienti consumer, sempre più indirizzati verso soluzioni di tipo mobile, e non all'andamento degli acquisti del settore professionale e dei clienti aziendali. Questi ambiti sono giunti, dopo anni di contrazione negli acquisti di infrastruttura IT, ad una fase di completo rinnovamento nel parco macchine e quindi ad una spinta verso l'acquisto di nuove soluzioni.
Le previsioni per il secondo trimestre 2013 non sono incoraggianti: Intel prevede un fatturato compreso tra 12,4 e 13,4 miliardi di dollari, con margine operativo lordo compreso tra il 565 e il 60%. Se confermati questi dati risulteranno essere inferiori a quanto registrato da Intel nel secondo trimestre 2012, periodo nel quale l'azienda americana aveva chiuso con 13,5 miliardi di dollari di fatturato e margine operativo lordo del 63,4%.
Intel si attende un andamento più positivo per la seconda metà dell'anno, con una crescita finale nell'esercizio che dovrebbe risultare positiva benché limitata a pochi punti percentuale rispetto a quanto ottenuto nel corso dello scorso anno.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoma entro l'estate prendo un ultrabook e per fine anno aggiorno un computer.. quindi comprerò due cpu intel.. abbiate pazienza che arrivo :-D
2 miliardi di utile..... stica..
Intel negli ultimi mesi non ha mica aperto nuove Fab? Non sta investendo in prodotti come Xeon Phi ecc. che non stanno ancora generando profitti ma per ora hanno solo costi?
cmq c'e un errore nel quinti paragrafo
I costi che devono generare ricavi in periodi pluriennali, vengono ammortati equamente nei periodi successivi (mi pare).
Direi che si staranno struggendo LOL
Direi che si staranno struggendo LOL
Seriamente parlando, credo che effettivamente siano un po' preoccupati. Il calo non sembra temporaneo, ma destinato a perdurare. E gli sforzi di Intel per entrare nel nuovo settore mobile per ora non hanno dato frutti degni di nota.
Fra l'altro il mercato pc sta passando da una fase "gonfiata" (chi si ricorda del boom di Atom in termini generali?) ad un periodo di sofferenza (adesso c'è il boom di tablet, perlopiù su architettura ARM, che hanno preso esattamente il posto che avevano i netbook), ma la vedo più come una "moda" destinata non a sparire ma ad attenuare la sua influenza sul mercato PC nell'arco di un anno o due a partire da ora.
In fondo il problema è intrinseco nella tecnologia stessa, Intel e l'architettura x86 ha guadagnato tanto nel mercato professionale negli ultimi anni per lo stesso motivo per cui sta perdendo nel mercato consumer. La verità è che i processori, nati per l'uso consumer, si sono evoluti talmente tanto da poter essere impiegati in ambito server-workstation-supercomputing (cosa che un tempo veniva affidata ad architetture decisamente più prestanti) ma allo stesso tempo sono arrivati ad essere assolutamente sovradimensionati per l'uso che il 90% delle persone fanno nel quotidiano di un PC.. e a quel punto perché pagare 200€ solo per un processore in grado di far cose che non mi servono quando un SOC arm che costerà 1/5 mi permette di svolgere quasi allo stesso modo quelle funzioni?
La soluzione secondo me sarebbe quella di virare il paradigma di utilizzo del pc da quello attuale all'integrazione domotica, avendo una specie di server centrale in ogni casa accessibile contemporaneamente da più terminali (fissi o mobili che siano) e che regola tutte le funzioni della casa, è l'unico modo per cui potrei giustificare la potenza messa a disposizione da un moderno processore desktop di fascia media e alta per un qualsiasi utente che non lo usi per attività lavorative e/o per il gaming hardcore, ma d'altra parte non è uno sfrozo che riguarda tanto Intel quanto i produttori di software e hardware, e ad intel probabilmente conviene vendere 3 processori da notebook piuttosto che 1 da server e 5 in stile atom per il controllo dei vari terminali.
per compensare le minori CPU e tenere a regime le fabbriche andra ad aumentare la produzione di chip conto terzi.
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