Vodafone porta il Wi-Fi condiviso in Italia: ecco cos'è, pro e contro

Vodafone porta il Wi-Fi condiviso in Italia: ecco cos'è, pro e contro

Gli utenti italiani di Vodafone possono adesso accedere ad una rete estesa di hotspot per collegarsi alle reti dei clienti stessi della società. Nasce così il Wi-Fi condiviso in Italia, ma solo se lo si vuole

di pubblicata il , alle 15:19 nel canale TLC e Mobile
Vodafone
 

Vodafone Italia ha annunciato la partnership con Fon per offrire ai propri clienti la possibilità di collegarsi a 15 milioni di hotspot Wi-Fi in Italia e nei paesi in cui il servizio è presente. L'operatore telefonico lancia così la propria offerta per il cosiddetto Wi-Fi condiviso, una tipologia di servizio che in Italia ha incontrato forti ostacoli sui versanti burocratico e legislativo, che sembrano essere scomparsi per quanto riguarda la nuova offerta Vodafone.

Vodafone Wi-Fi Community

Ma cos'è Fon? Si tratta di una rete condivisa nata in Spagna nel 2005 da un'idea di Martin Varsavsky, che ipotizzava un servizio in cui ogni utente poteva condividere gratuitamente la propria connessione privata a tutti gli utenti della community, i cui singoli esponenti venivano chiamati foneros. Fon nasceva come iniziativa senza scopo di lucro, ma si è espansa nel corso del tempo anche in altri paesi e con ulteriori funzionalità.

Il servizio, nella fattispecie, è oggi attivo in 15 paesi, con Vodafone che diventa il primo operatore italiano ad offrirlo all'interno dei nostri confini. A partire dal 17 aprile, tutti gli utenti di offerte Fibra e ADSL in possesso di una Vodafone Station 2 o Revolution potranno accedere al servizio registrandosi al sito wificommunity.vodafone.it e collegare i propri singoli dispositivi - smartphone, tablet o PC - alle reti Vodafone Wi-Fi Community.

È bene notare che iscrivendosi alla community non solo sarà possibile collegarsi agli hotspot disponibili in tutto il mondo, ma verrà anche dato l'accesso alla propria connessione privata agli altri membri. Il tutto potrà essere impostato attraverso la stessa app, App Station, con cui i clienti Vodafone gestiscono la propria rete fissa. Questa integra una nuova funzione dedicata con cui è possibile visualizzare sulla mappa tutti gli hotspot disponibili nei dintorni, o in una zona specifica, ed eventualmente collegarsi.

È naturale che i primi interrogativi su un progetto simile siano relativi alla privacy di chi offre la propria connessione privata, ma i dubbi vengono fugati dalla stessa società: in ciascuna Vodafone Station della community si apre una nuova rete Wi-Fi a cui si possono collegare fino a 3 dispositivi contemporaneamente. La rete condivisa è separata da quella domestica, pertanto "sicurezza, privacy e velocità di connessione del cliente saranno sempre garantite e prioritarie", sottolinea Vodafone.

L'iniziativa dell'operatore è sicuramente pregevole: consente in sostanza di portarsi dietro l'abbonamento di casa sfruttando i vari hotspot offerti dai suoi stessi clienti, e naturalmente sotto stretta concessione di questi ultimi. Certo, non sono pochi i limiti di un'iniziativa che dipende fortemente dalla sua diffusione e dal numero di utenti che accettano di aderire. Del resto non tutti sono disposti ad offrire la propria connessione a sconosciuti, anche se Vodafone ci assicura che le sessioni condivise sono del tutto slegate dalla rete domestica.

Insomma, la rete di casa diventa adesso democratica e disponibile a tutti gli utenti della community, ma tutto a completa discrezione del proprietario, che può scegliere se partecipare all'interessante iniziativa e godere dei vari hotspot che fioccheranno in tutta Italia e nei restanti paesi aderenti, o comunque continuare ad utilizzare la propria connessione semplicemente e solo a casa propria.

17 Commenti
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gd350turbo17 Aprile 2015, 15:39 #1
Mi pare che sia illegale questa cosa...
da parte del fornitore occorre identificare chi si collega...
Come fanno?
Si fanno mandare tutti i log di tutte le vodafone station ?
Se arriva un tizio con il portatile si mette sotto casa, si collega e mette annunci pedofili, quando la polizia ti bussa alla porta, glielo dice vodafone chi è stato ?
zappy17 Aprile 2015, 15:47 #2
Originariamente inviato da: gd350turbo
Mi pare che sia illegale questa cosa...
da parte del fornitore occorre identificare chi si collega...
Come fanno?
Si fanno mandare tutti i log di tutte le vodafone station ?
Se arriva un tizio con il portatile si mette sotto casa, si collega e mette annunci pedofili, quando la polizia ti bussa alla porta, glielo dice vodafone chi è stato ?

beh, ti devi autenticare, non accede chiunque, a quanto ho capito.
avvelenato17 Aprile 2015, 15:49 #3
Fuori tempo massimo.

Con il costo attuale delle connessioni hdspa e lte, onestamente non vedo il vantaggio del wifi in mobilità.

Come al solito le burocraticizzazioni inutili hanno bloccato il progresso, aumentato i costi finali, e non hanno garantito nessun plusvalore negli obiettivi che si ponevano (ad esempio il timore di violazioni telematiche della legge).

Questo laddove invece la deregolamentazione del wifi* negli altri paesi ha offerto nuovi modelli di business per locali e spazi aggregativi.

[SIZE="1"]*rispetto al modello italiano[/SIZE]
gd350turbo17 Aprile 2015, 15:52 #4
Originariamente inviato da: zappy
beh, ti devi autenticare, non accede chiunque, a quanto ho capito.


Si, indubbiamente è così...

Ma nel caso sopra esposto, chi dice alle forze dell'ordine chi si è collegato ?
Vodafone ?
mantelvaviz17 Aprile 2015, 16:04 #5
Originariamente inviato da: gd350turbo
Si, indubbiamente è così...

Ma nel caso sopra esposto, chi dice alle forze dell'ordine chi si è collegato ?
Vodafone ?


Mi verrebbe da pensare che, siccome le Forze dell'Ordine per ottenere il nome associato a un indirizzo IP devono passare dall'operatore (Vodafone), allora anche nel caso di Vodafone-FON il traffico di chi si è connesso tramite la WiFi 'pubblica' con le proprie credenziali possa essere dall'operatore stesso riconosciuto in quanto tale.

Di conseguenza, proprio come ipotizzato, Vodafone comunicherà alle FdO il nome collegato alle credenziali di chi si è collegato al nostro router se ha commesso un illecito.
ThesSteve8717 Aprile 2015, 16:07 #6
se non ho letto male io l'articolo, allora non è una novità: tiscali per dire ha da un pezzo il social wifi, me ne sono accorto qualche tempo fa navigando per caso nel sito

e tra parentesi, col cavolo che condivido la linea già mi sta stretta
HaRiMau17 Aprile 2015, 16:28 #7
Esiste già anche con Fastweb, si chiama Wow-Fi. Inizialmente il servizio è partito a Dicembre a Livorno (dove vivo) e mi pare Novara, non so se è stato ampliato ad altre città. A tutti i clienti Fastweb "coperti" veniva attivato in automatico il servizio (disattivabile da MyFastPage) e veniva creata una seconda rete Wi-Fi sul modem (con SSID "WOW FI", inoltre venivano mandati per SMS userID e password per accedere al servizio, identici per tutti gli "hotspot" Wow-Fi a prescindere da modem e linea a cui quest'ultimo è collegato. Quindi niente di nuovo e Vodafone non è il primo in Italia ad offrire un servizio del genere, semplicemente è il primo ad associarsi a Fon, nome già noto per i più smaliziati.
zappy17 Aprile 2015, 16:30 #8
Originariamente inviato da: mantelvaviz
Mi verrebbe da pensare che, siccome le Forze dell'Ordine per ottenere il nome associato a un indirizzo IP devono passare dall'operatore (Vodafone), allora anche nel caso di Vodafone-FON il traffico di chi si è connesso tramite la WiFi 'pubblica' con le proprie credenziali possa essere dall'operatore stesso riconosciuto in quanto tale.

Di conseguenza, proprio come ipotizzato, Vodafone comunicherà alle FdO il nome collegato alle credenziali di chi si è collegato al nostro router se ha commesso un illecito.

si penso anch'io funzioni così
zappy17 Aprile 2015, 16:32 #9
quuindi se esiste già con tiscali e fastweb è l'autore dell'articolo ad aver scritto un titolo del c@zzo.
ok.
HaRiMau17 Aprile 2015, 16:49 #10
Originariamente inviato da: zappy
quuindi se esiste già con tiscali e fastweb è l'autore dell'articolo ad aver scritto un titolo del c@zzo.
ok.


Dato chi è l'autore, la cosa non mi meraviglia.

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